Il piccolo paese di Roccamandolfi è una vera e propria ‘perla’ alle pendici del Matese. È una piacevole scoperta per gli amanti del trekking nella natura rigogliosa e incontaminata. Dal centro abitato, tramite un sentiero che attraversa i boschi della Riserva Naturale del torrente Callora, si giunge alle rovine dell’antico castello e a un ponte tibetano sospeso nel vuoto, che regala forti emozioni a chi lo attraversa.
Il paese di Roccamandolfi sorge alle pendici del Monte Miletto, la cima più alta del Matese (2.050 m). Il castello, con le sue imponenti e suggestive rovine, è in una posizione sopraelevata rispetto all’abitato attuale. L’antico edificio, di probabile origine longobarda, venne abbattuto nel 1223 per ordine di Federico II in quanto il signore di Roccamandolfi, Tommaso da Celano, non volle piegarsi alla sua supremazia.
Il monte e il castello sono raggiungibili dal centro di Roccamandolfi grazie ad un sentiero immerso nella natura rigogliosa e selvaggia della Riserva Naturale del torrente Callora. Il percorso, che consente di osservare numerose cascate, porta al castello e a un ponte tibetano sospeso nel vuoto, su una profonda gola scavata dalle acque del torrente Callora, divenuto meta fissa per gli amanti del brivido. Il percorso ha una durata di circa quattro ore e non presenta particolari difficoltà, mentre il ponte sospeso regala emozioni adrenaliniche a chi lo attraversa.
Per i meno coraggiosi una passeggiata in paese regalerà comunque piacevoli scoperte: la Chiesa barocca di San Giacomo Maggiore; la pregiata croce stazionaria altomedievale posizionata sotto un arco rinascimentale, caratteristica per la presenza del Cristo che indossa braghe a mezza gamba; le quattro antiche unità di misura per il grano, realizzate in pietra e corrispondenti al tomolo, al mezzetto, al quarto e alla misura.
Silvia Di Menna
Castello di Roccamandolfi, provincia di Isernia, Molise (foto: G. Lembo)