Luigi Gamberale fu un professore, scrittore, preside e traduttore, nato ad Agnone nella prima metà dell’Ottocento, periodo particolarmente significativo per la cultura dell’alto Molise. Scopri questo spaccato di storia insieme all’eclettica figura di Gamberale e alle iniziative del Centro Studi Alto Molise.
Luigi Gamberale nacque nel 1840 ad Agnone, dove si formò sotto la guida di Baldassarre Labanca, filosofo e professore di storia del Cristianesimo. Si laureò in lettere nel 1863 presso l’Università di Napoli e presto intraprese una brillante carriera da docente in varie regioni d’Italia. Nel 1891 Gamberale divenne preside del liceo e convitto di Lucera apportando significative innovazioni al sistema scolastico, favorendo contatti informali fra studenti e docenti, attività sportive e laboratoriali. Nel 1896 venne poi nominato membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione.
La figura eclettica di Luigi Gamberale restituisce pregio al Molise grazie all’azione innovativa in campo didattico e ai relativi scritti pedagogici pubblicati nel corso della sua vita; di particolare interesse è “Il mio libro paesano. Ricordi di maestri e scuole agnonesiˮ edito ad Agnone nel 1915. L’opera consente di fare luce su un periodo particolarmente fecondo per l’alto Molise dal punto di vista culturale, anche grazie al ruolo di Casa Lucci, una sorta di ginnasio privato gestito da tre sacerdoti illuminati.
Gamberale fu anche uno dei primi intellettuali italiani a tradurre opere inglesi; restituì in italiano “Un’ultima confessioneˮ, novella di Dante Gabriel Rossetti, diverse tragedie elisabettiane, le opere di George Bernard Shaw e per la prima volta in assoluto la celebre raccolta poetica di Walt Whitman “Foglie d’erbaˮ. Le sue carte sono custodite presso la Biblioteca comunale di Agnone e le sue opere vengono riscoperte anche grazie all’operato del Centro Studi Alto Molise Luigi Gamberale, che nel corso degli anni ha promosso eventi significativi per il territorio: tra questi la lettura comparata di “Foglie d’Erbaˮ e quella della sua raccolta di fiabe educative “Il Tronino d’oroˮ.
Silvia Di Menna