Giose Rimanelli è stato un importante scrittore del Novecento italiano nato e cresciuto in Molise, celebre soprattutto per il suo romanzo d’esordio “Tiro al piccione”. Nonostante decida presto di emigrare negli Stati Uniti, Rimanelli celebra il suo amato Molise in moltissime opere, come solo un emigrato che sente profonda nostalgia della sua terra può fare.
Lo scrittore Giose Rimanelli nasce nel 1925 a Casacalenda, in provincia di Campobasso, e all’età di 35 anni emigra negli Stati Uniti dove rimane per tutta la vita non dimenticando però le proprie radici molisane, costanti protagoniste dei suoi scritti. Il romanzo d’esordio di Rimanelli è “Tiro al Piccione”, pubblicato dalla Mondadori nel 1953 sotto consiglio del grande Elio Vittorini. Si tratta del racconto in parte autobiografico di un giovane molisano che decide di arruolarsi con i repubblichini di Salò, per poi comprendere troppo tardi di aver scelto la parte sbagliata della storia. Il regista Giuliano Montaldo nel 1961 ne trae anche il celebre film omonimo.
Oltreoceano lo scrittore diventa professore di Letterature Comparate, dirige importanti riviste e continua a scrivere diversi romanzi. Ricordiamo in particolare “Molise, Molise” edito nel 1979 in cui Rimanelli analizza il rapporto con la sua famiglia, conducendo anche un’attenta analisi sociale e culturale della sua terra. Da non dimenticare poi la raccolta “Moliseide. Ballate e canzoni in dialetto molisano” tradotta anche in inglese nel 1990; in questo caso il poeta utilizza il dialetto come mezzo sperimentale in grado di conferire schiettezza e rievocare in modo autentico i ricordi della vita in Molise.
Sebbene Rimanelli non risparmi la sua terra da critiche e acute riflessioni, leggere le sue opere significa scoprire una regione che accoglie chiunque dolcemente e che si lascia davvero a malincuore. Sono moltissimi coloro che, avendo dovuto abbandonare il Molise, potranno rispecchiarsi nelle parole dello scrittore secondo cui «ogni emigrazione è una lacerazione».
Ecco una strofa tratta dalla raccolta “Moliseide” che celebra la nostra regione:
U Munne d’u Molise sonne i cose
che fanne ’a vite chiéne d’aria fine.
’A ggente érrìve e magne, ze repose
penzanne: «Tenne u doce stti métìne!»
Silvia Di Menna