Un sorriso appena accennato, enigmatico; sguardo fisso in un punto lontano, fuori dal tempo. Questa Madonna antichissima, risalente all’inizio del Trecento, ha un che di materno, di familiare.
In legno intagliato e dipinto, è un’opera pregevole e rara, davvero originale. Un vero e proprio capolavoro della scultura molisana.
Siamo nel 1412, a pochi chilometri da Cercemaggiore, un piccolo comune in provincia di Campobasso. Secondo la tradizione un contadino, arando il suo terreno, avrebbe rinvenuto un vaso di terracotta che conteneva una Madonna in legno in atteggiamento di preghiera.
Il rinvenimento della statua portò all’edificazione di quello che oggi conosciamo come Santuario di Santa Maria della Libera a Cercemaggiore. La statua è oggi custodita all’interno della chiesa, alle spalle dell’altare.
La statua, in legno intagliato e dipinto, è un’opera pregevole e rarissima; una delle testimonianze più rappresentative della scultura molisana da ascrivere, per le sue caratteristiche formali, agli inizi del Trecento.
Un volto austero ma nello stesso tempo dolce; un’impostazione rigida e frontale, spezzata dal sorriso lievemente accennato che trasmette un senso di familiarità, di vicinanza.
Colpisce per le sue caratteristiche uniche nel suo genere: anche se richiama un modello tipicamente orientale, un’impostazione iconografica bizantina, la statua ripropone un linguaggio e uno stile molto diversi, quel gusto gotico di provenienza francese che si afferma tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo.
La Madonna della Libera è incredibilmente moderna e, a distanza di secoli, sembra ancora parlarci con il suo sorriso enigmatico.
Brunella Muttillo
In figura: Particolare della Madonna della Libera. Scultura in legno intagliato e dipinto, inizi del Trecento. Santuario di Santa Maria della Libera, Cercemaggiore (CB) (foto: M.T. Lembo). Da ArcheoMolise n. 19, 2014