Le opere espressioniste del pittore Antonio Pettinicchi, importante artista del ‘900 italiano, nato e vissuto vicino Campobasso, ti permetteranno di scoprire i segreti del Molise contadino. Le personalissime illustrazioni per la Divina Commedia popolate dai contadini molisani e le caratteristiche incisioni sulla Festa di San Giuseppe a Lucito ti guideranno in questo viaggio.
Il pittore Antonio Pettinicchi nasce nel 1925 a Lucito, in provincia di Campobasso, e si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, avvicinandosi presto al mondo delle avanguardie e in particolare all’espressionismo tedesco. Gli artisti a cui si si ispira maggiormente sono Guttuso, Cèzanne, Bacon e Picasso, anche se ben presto Pettinicchi raggiunge un suo stile personale caratterizzato da figure liquefatte e colori violenti in grado di comunicare la tragedia dei mondi raccontati.
Ma quali sono i soggetti prediletti dal pittore? Si tratta principalmente di scene legate al mondo contadino ambientate a Lucito, il paese natale che mai abbandonerà e che amerà per tutta la vita. La figura del contadino molisano acquisisce una nuova dignità sulla tela che non vuole suscitare riflessioni sociali ma piuttosto evocare sentimenti ancestrali. Emblematica è la scelta dell’artista di includere proprio i contadini negli 87 dipinti realizzati nel 1994 per illustrare la Commedia dantesca; i suoi compaesani sono però presenti solo nelle scene riferite al Paradiso, mentre l’Inferno è popolato da figure appartenenti al ceto borghese. Pettinicchi si dedica con successo anche all’incisione e famosa in questo campo è la serie dedicata alla giornata di San Giuseppe, particolarmente cara all’artista fin dall’infanzia e ancora festeggiata a Lucito.
Il forte attaccamento alla propria terra non rende l’opera di Pettinicchi di esclusivo interesse regionale ma al contrario permette al mondo di scoprire un territorio prezioso e poco conosciuto attraverso il linguaggio diretto dell’artista. Antonio Pettinicchi parteciperà infatti a molte edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma e le sue opere saranno acquisite da numerosi musei pubblici e privati, tra cui gli Uffizi di Firenze, la Galleria Puskin di Mosca, l’Altes Museum di Berlino e il British Museum di Londra.
Ecco cosa affermava il pittore sul Molise: «Sono attaccato alla mia terra e agli uomini che ci stanno e cerco con il mio lavoro di farli parlare. Essi possiedono già la forza espressiva, il tragico, il drammatico e anche il senso di pace. Mi piacciono i silenzi ossessivi di controluce del mattino inoltrato o le notti piene di incubi e di cose remote lungo i burroni e le crepe di questa terra. Nelle cose che mi stanno davanti c’è il reale, il surreale e l’essenziale».
Silvia Di Menna