L’Abbazia di San Vincenzo al Volturno sorge in un luogo incantevole, presso le sorgenti del fiume Volturno. Nata nei primi anni dell’VIII secolo, in una posizione strategica nello scacchiere geopolitico dell’epoca, era un centro religioso benedettino ricco e prestigioso.
Non si esagera definendola uno dei complessi monastici altomedievali più importanti di tutta Europa. Visse il suo periodo di massimo splendore all’epoca di Carlo Magno. In quel periodo ospitava 350 monaci e aveva possedimenti e terre in tutta l’Italia centro-meridionale.
Il complesso monastico occupava una superficie molto estesa e ospitava ben nove chiese, la più importante delle quali era la grande chiesa dedicata a San Vincenzo, la cosiddetta basilica maior, uno degli edifici sacri più grandi dell’Italia del tempo. Vi erano tutte le strutture di servizio: il refettorio, le cucine, i magazzini, le officine.
Assolutamente da non perdere è la visita della cripta dell’abate Epifanio: i suoi affreschi sono tra le testimonianze più importanti della pittura altomedievale europea.
Nell’881 l’attacco dei Saraceni determina l’abbandono del glorioso monastero carolingio. Tuttavia, alla fine dell’XI secolo il complesso monastico vede un nuovo rilancio con la costruzione di una nuova chiesa abbaziale sull’altra riva del fiume, a poca distanza dall’antico complesso. La nuova chiesa, nota come “Abbazia Nuova”, ha subito molti restauri e ricostruzioni nel corso dei secoli ed è tutt’ora in uso. Un suggestivo portico, denominato “Portico dei Pellegrini”, si erge dinanzi ad essa.