La tradizione artigianale della costruzione di sedie era diffusa nei secoli passati per lo più nelle zone montane del Molise, in cui risultavano facilmente reperibili le materie prime necessarie: giunchi di paglia e legno di faggio. Oggi il mestiere de “ru mpagliasegge” si è invece trasformato in un passatempo che rimane vivo soprattutto per la produzione di arredi destinati all’uso famigliare.
Gli artigiani impagliatori (o r mpagliasegge, in dialetto molisano) lavoravano alla costruzione di sedie ma anche alla riparazione di quelle vecchie, per chi fosse impossibilitato ad acquistarne di nuove. Il mestiere si apprendeva dai genitori o dai nonni ma anche in autonomia osservando gli intrecci delle sedie possedute in casa.
I materiali necessari a tale produzione erano principalmente due: legno di faggio, albero comune nei boschi dell’alto Molise, e giunchi di paglia, facilmente reperibili lungo le sponde di fiumi, ruscelli e in ambienti paludosi.
Dopo l’essiccatura del legno, questo veniva tagliato in assi che andavano a costituire il telaio della sedia; anche i giunchi dovevano subire un processo di essiccazione lungo circa tre mesi, in un ambiente non esposto alla luce diretta del sole che avrebbe indebolito le fibre vegetali.
A questo punto i giunchi venivano abilmente intrecciati sul telaio per realizzare la seduta, partendo dai bordi della stessa per arrivare alla parte centrale; solo la lunga esperienza nel maneggiare le fibre proteggeva l’artigiano da dolorosi tagli che potevano essere provocati dai giunchi essiccati. Infine si provvedeva alla lucidatura del telaio e all’eventuale decorazione: oltre alla colorazione del legno spesso venivano aggiunti disegni e scritte, delineati da piccoli fori sullo schienale, che documentavano la data, il nome dell’artigiano e del destinatario.
Oggi la tradizione artigianale è stata rimpiazzata dalla produzione in serie ma gli anziani continuano a produrre questi oggetti di grande valore qualitativo e sentimentale: sedie molto resistenti e personalizzabili da regalare in famiglia, che possano destare il ricordo di un antico mestiere nelle giovani generazioni.
Silvia Di Menna
Foto: Nonno Amelio, artigiano impagliatore al lavoro (di M. Orlando)